L’importanza del RILASSAMENTO.
.
E’ ormai luogo comune, e per questo spesso frainteso nei neofiti, che il rilassamento sia una parte centrale nelle arti marziali, soprattutto dell’estremo oriente e soprattutto per gli stili interni e discipline annesse.
.
In mezzo a mille approcci e mille metodi potrei mettere giù due idee generali, estrapolate dall’esperienza PERSONALE più che da stili precisi.
.
Da una prospettiva più marcatamente MARZIALE, il rilassamento punta innanzitutto a togliere quelle tensioni muscolari residue che andrebbero ad ostacolare il movimento. Quindi innanzitutto a riconoscerle ed a riequilibrarle. In un secondo tempo, molto in sintesi, il lavoro sul rilassamento porta a generare allineamento posturale, cosa che poi viene sfruttata per una gestione ottimale della forza.
.
Non si tratta di qualcosa di molliccio e privo di vitalità
.
Da un punto di vista più salutistico e di conoscenza della persona, questo tipo di lavoro ci mette in contatto con le proprie personali tensioni, imparando a RICONOSCERLE, a scioglierle, iniziando da quelle più superficiali ed evidenti per continuare con il tempo in profondità, sia dal punto di vista muscolare che emozionale.
.
Questo ci permette di lavorare sui nostri “blocchi” quelle “corazze” per dirla come Lowen che abbiamo costruito ma che ci impediscono di interagire in maniera funzionale, o più funzionale, o più diretta.
.
Lo SCIOGLIERE queste tensioni porta ad una sensazione di contatto più intimo con il pavimento e di scarico del peso. Stiamo in piedi piuttosto che TENERCI in piedi. Questa sensazione di GROUNDING, o RADICAMENTO, ci porta ad una senzazione diversa del nostro corpo ed ad avere una diversa gestione della stabilità e dell’equilibrio.
.
Non meno importante è la capacità di rilassare il respiro, portando una respirazione COMPLETA ma non forzata.
Poi c’è quel tipo di rilassamento per così dire mentale, emotivo, emozionale, necessario per avere un rilascio più profondo delle tenzioni muscolari. Innanzitutto con una nostra percezione di noi stessi piacevole e positiva è più semplice avere dei risultati. Come dire, prendo più mosche con il miele che con l’aceto.
Sarà difficile che mi rilasso se sono in una condizione di costrizione o disagio. Serve sentirsi a proprio agio, riuscire ad avere la sensazione di fare qualcosa di piacevole. Imparare a lasciar andare il flusso discorsivo per avere una mente “più calma”, un certo tipo di atteggiamento aperto e progressivamente più libero da tensioni, non solo fisiche. Da qui poi si procede con i sensi e la percezione esterna ed interna.
.
Questo porta ad un rilascio graduale ed alla comparsa del radicamento e di cio che si identifica come “struttura interna” prima da fermi poi in movimento e con un compagno.
.
Ad ognuno poi la scelta se sviluppare di più, prima, o meglio, quel lato personale, di autoesplorazione, oppure il lato più marziale che ci aprirà la strada al contatto, la collaborazione ed il confronto.
.
Ad ognuno la scelta del tipo di INIZIO del percorso, che quasi sempre poi prende vie e direzioni proprie ed inaspettate.
.
Delle considerazioni un po manchevoli forse, o messe giù di getto senza uno schema, che non approfondiscono abbastanza o trascurano interi elementi. Ci sarà materiale per futuri video se l’argomento suscita interesse ad essere approfondito
.
Buona pratica
Nessun commento:
Posta un commento